Penisola di Reykjanes

La penisola di Reykjanes si trova nella parte sud-occidentale dell’Islanda dove si trova anche l’aeroporto internazionale di Keflavik.

Il nome Reykjanesbær, che vedrete citato spesso, designa un insieme di comuni (Kelavik, Njarõvík, Ytri Yumri e Hafnir) che sono di fatto il solo angolo abitato della penisola esclusa la cittadina di Grindavìk.

La penisola è una meta poco conosciuta e poco turistica ma in essa troverete luoghi di estrema bellezza, caratterizzati da una natura selvaggia e incontaminata.

Sito di Visit Reykjanes

Vincent van Zeijst, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons

Vulcano Fagradalsfjall

Il vulcano Fagradalsfjall è alto 385m ed è in attività da marzo 2021 dopo un lungo periodo di quiescenza. In prossimità del vulcano ci sono diversi parcheggi in cui lasciare la vostra macchina, ricordatevi di non lasciarla sul ciglio della strada (le multe sono salate) e di pagare la sosta usando l’app parka.is.

Potrete visitare il vulcano seguendo due percorsi, quello che porta la cratere (non sempre accessibile) e quello che costeggia il fiume di lava solidificato.

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Berserkur, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Grindavìk

Grindavìk è il centro abitato più grande della zona e si trova a pochissima distanza dalla famosa stazione termale geotermica della Laguna Blu.

Ogni inizio Giugno ospita il Sjoarinn sikati, un festival in onore di tutti i lavoratori dell’industria ittica che rappresenta la principale fonte di sostentamento della città.

View on Grindavík, Iceland from north (Road 43)

Alexander Grebenkov, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons

Reykjanesviti

Proseguendo da Grindavìk si raggiunge in poco più di 45 minuti di viaggio l’estremità della penisola. Qui arroccato su un piccolo colle troverete il Reykjanesviti, il faro più antico d’Islanda. Esso è ancora in funzione e la sua bianca torre illumina l’orizzonte ad un’altezza di 73 metri sul livello del mare.

Reykjanesviti 06

Fingalo Christian Bickel, CC BY-SA 2.0 DE, via Wikimedia Commons

Gunnuhver

Si tratta di una delle aree geotermiche più attive della penisola, ricca di fumarole e sorgenti di fango. Nelle vicinanze della bocca di Gunnuhver si trova un sentiero predisposto.

Al Gunnuhver è indissolubilmente legata la leggenda della strega Gunna che si aggirava nei dintorni di quest’area facendo sparire bestiame e infestando le case dei piccoli agricoltori della zona. Dopo mille peripezie, il parroco della zona riuscì a catturarla e a rinchiuderla nella vicina area termale che da allora viene chiamata col nome dell’omonima strega.

Gunnuhver II (15362851939)

Scogliere di Valahnukur

A poca distanza dal faro Reykjanesviti si trova Valahnukur, un’alta montagna di origine lavica che si affaccia sull’Oceano Atlantico.
Un sentiero ben segnalato vi porterà fino a metà del monte, poi è necessario proseguire a proprio rischio e pericolo.

Valahnukur, Suðurnes, Islandia, 2014-08-13, DD 044

Diego Delso, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Ponte fra due continenti

Spostandosi verso la zona delle scogliere di Hafnaberg si raggiunge il ponte fra i due continenti, chiamato così perché collega la placca nordamericana e
quella euroasiatica.

Bridge between two continents - panoramio

josef knecht, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons

Scogliere di Hafnaberg

Piuttosto vicine all’aeroporto di Keflavík, queste meravigliose scogliere di origine lavica sono il luogo di nidificazione di migliaia di specie di uccelli marini per questo sono molto frequentate da trekker e birdwatcher.
Potete parcheggiare lungo la strada nr. 425 (GPS: 63.883880, -22.691671) e da lì spostarvi a piedi verso l’oceano Atlantico.

Near Hafnaberg 06

Reykholt, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

I villaggi di pescatori: Hafnir, Suðurnesjabær

Hafnir e Suðurnesjabær sono due piccoli villaggi di pescatori situati a Nord della penisola, ideali per comprare qualche souvenir o scattare qualche foto.

Hafnir Kirche 1

Christian Bickel, CC BY-SA 2.0 DE, via Wikimedia Commons

La laguna blu è un’area termale geotermica ed è una delle attrazioni più visitate in Islanda.

Hansueli Krapf, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons